• Chiesa solidale della Caritas Diocesana di Tortolì e Lanusei
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RIPENSARE L'ESPERIENZA DELL'ESTATE GIOVANI IN CARITAS

  

Immagineremo le storie fantastiche dei dromedari o magari dove si trova il fiume Gange. Ripenseremo al gelato delle undici o al pennarello arancione sul grande foglio bianco. Poi alle tute bianche dei ragazzi, alle carte da indovinare, alla mira col pallone per far centro. Risentiremo il caldo di un agosto speso bene, il fresco delle dispense con i pacchi da preparare per le persone bisognose e il profumo inconfondibile delle cucine, il fruscio degli alberi a Baumela. Prima però, vorremo ringraziare. Un grazie a coloro che ci hanno accompagnato, a Stefano e Antonella, che ci hanno saputo raccontare, ma soprattutto incoraggiare. La loro è la storia di giovani coraggiosi, impegnati ad accogliere le difficoltà del prossimo e trasformale in aiuto concreto: quello di una comunità attiva e molto nota, Sant'Egidio.

Un grazie alle musiciste Alessandra, Colomba e Cristina, ai loro racconti e al tempo che ci hanno dedicato. Il loro, è un mestiere che non conosce confini, che unifica in un tempo di continue e ottuse divisioni, giustificate da differenze che feriscono. Grazie al Gen Verde, alla loro musica, al loro impegno.

Grazie ai volontari che ci hanno ispirato con la loro gentilezza, anche a coloro che seppur per brevi attimi, ci hanno dedicato un saluto. Grazie a Rosanna e alle suore che ci hanno guidati e aiutati ad assemblare i pacchi da consegnare a coloro che, spesso non per scelta, beneficiano di un servizio fondamentale: quello Caritas. Grazie a Silvia e al seminarista Paolo, che hanno deciso di dedicarsi a noi con impegno e dedizione, con il sorriso, la voglia di ridere, scherzare e forse anche l'umiltà di imparare. Grazie a Don Giorgio, che con una pazienza rara, ha avuto il coraggio di rivolgersi a noi, coinvolgendoci, senza costrizioni, in un'esperienza che sapeva di riflessione e umanità, di scoperta, accoglienza, amicizia.

In fine, dunque penseremo all'importanza del volontariato, di cui abbiamo compreso il vero significato, e non quello meramente etimologico. Ripenseremo alla grandezza di coloro che “egoisticamente”, pensano a se stessi e si mettono a disposizione degli altri. Ripenseremo che il bene, oggi, si fa, e seppur umilmente, si dice, perché solo chi dedica il suo tempo alla condivisione, alla parola e alla gentilezza, ne comprende davvero il significato.
Anna B.


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INTERVISTA AI RAGAZZI DELL'ESPERIENZA GIOVANI IN CARITAS

 

1) “Estate giovani: esperienza di volontariato, condivisione e servizio”: così recita la locandina.
Ora cosa resta?

Nel corso di queste quindici mattinate abbiamo avuto modo di conoscere da vicino il mondo del volontariato e della Caritas, attraverso attività, laboratori, giochi e nuove esperienze che probabilmente ricorderemo a lungo.
L'ascolto dei racconti dei volontari ci hanno permesso di imparare, conoscere e comprendere il lavoro di chi, gratuitamente, si mette a disposizione degli altri e compie del bene. Abbiamo conosciuto le storie di Stefano e Antonella, tra i primi volontari della Comunità di Sant'Egidio, di Colomba, Cristina e Alessandra tre delle tante musiciste del Gen Verde, e abbiamo imparato che il mondo si può migliorare, a piccoli passi, mettendosi in gioco.
2) Quali sono state le prime impressioni sull'iniziativa?
La prima giornata è cominciata con un po' di imbarazzo generale, ma nei giorni successivi ci siamo sciolti e aperti alla condivisione dell'esperienza.
Ci hanno aiutato in particolare alcune storie e racconti “con i dromedari” e i giochi che ha proposto Don Giorgio, con l'aiuto di Paolo e Silvia. Dai giochi di parole al canestro col pallone, ai giochi di carte e gli indovinelli, le mattinate sono trascorse tra una sfida e l'altra. Non c'è stato da annoiarsi!
3) Ripetereste l'esperienza? Cosa vorreste cambiare?
Ripeteremmo con piacere l'esperienza perché è stata molto interessante e formativa.
Ci ha permesso di conoscere nuove persone e fare nuove amicizie. Avremo desiderato dedicare più tempo alle attività sportive, seppur non sacrificando i giochi di squadra e i laboratori, ma probabilmente già dall'anno prossimo saranno messi a nostra disposizione spazi e strumenti dedicati anche allo svago all'aperto.
4) Infine, se pensate ad altri ragazzi che potrebbero svolgere questa esperienza, che consigli dareste loro e che proposte avreste per loro?
Consiglieremmo loro di non avere paura e di non lasciare spazio all'imbarazzo, di coinvolgere nuove persone e di aprirsi con entusiasmo, in modo da poter vivere al meglio la prossima “Estate giovani”.

  • "Apri i nostri occhi, Signore, perché possiamo vedere Te nei nostri fratelli e sorelle. Apri le nostre orecchie, Signore, perché possiamo udire le invocazioni di chi ha fame, freddo, paura, e di chi è oppresso". (Beata Madre Teresa di Calcutta)

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