Una di queste mattine aprendo il grande portone del centro Caritas di Tortolì mi è venuta incontro la piccola Serena. Accompagnata dalla nonna, e con un sorriso bellissimo, ha voluto donare per i poveri una cassetta di mandarini. Serena è una delle tante persone che in questi mesi sono entrate nel nuovo Centro Caritas per un saluto, un dono o una richiesta. Lo storico complesso noto a tutti come l'ex tabacchificio è diventato, dopo straordinari lavori di adeguamento, la nuova casa dei poveri della nostra diocesi. Una casa che ha la porta aperta per tutti e in particolare per coloro che, trovandosi in situazioni di necessità, cercano un luogo e persone capaci di ascolto e misericordia. Anche a Lanusei, nell'ex asilo delle suore domenicane presso il Santuario diocesano, c'è una casa accogliente e una porta sempre aperta. Anche in questo caso sono stati necessari importanti lavori di ristrutturazione sostenuti dalla diocesi e da un contributo straordinario di Caritas Italiana grazie ai fondi dell'otto per mille. Il desiderio di aprire questi due centri era stato condiviso dal vescovo con tutti i sacerdoti della Diocesi e ora sono una realtà, anche se ci vorrà ancora del tempo per avviare tutti i servizi previsti. Nel nostro territorio si avvertiva la necessità di luoghi concreti, oltre alle parrocchie, in cui vivere come chiesa diocesana la dimensione della carità con servizi specifici, diversi e qualificati. Una piacevole coincidenza accompagna poi l'avvio di queste due strutture: l'inizio del Giubileo Straordinario della Misericordia caratterizzato dall'apertura della grande Porta Santa l'8 dicembre. "La Porta Santa – così è scritto nella Bolla di Indizione - sarà una Porta della Misericordia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l'amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza". Trovo molto rilevante a riguardo una scelta del santo Padre: tra le Porte Sante ne ha voluto una davvero speciale, quella che introduce alla nuova mensa dei poveri della Caritas di via Marsala a Roma, vicino alla Stazione Termini. Attraversare quella Porta darà la possibilità di lucrare l'indulgenza accanto ai poveri e nel luogo dove il pane quotidiano diventa simbolicamente anche il pane della vita, dono gratuito di nostro Signore, in spirito di condivisione e accoglienza. Il logo del Giubileo posto all'ingresso ricorda che Dio guarda l'uomo povero e indifeso attraverso lo sguardo del Figlio, che si fa carico dei nostri affanni invitando con la dolcezza degli occhi a entrare per mangiare il pane quotidiano che diventa pane eucaristico. Anche all'ingresso delle nostre nuove strutture Caritas troverà posto il logo del Giubileo. Passare queste porte però non permetterà di lucrare l'indulgenza ma ricorderà a tutti quelli che le attraversano la possibilità di essere accolti con misericordia e a chi offre un aiuto di farlo con vero spirito di servizio. Il nostro impegno sarà di dare a tutti non solo un pasto caldo, un ascolto o dei vestiti, ma soprattutto l'abbraccio di una comunità cristiana che vuol bene a tutti con cuore di misericordia. E' desiderio comune che queste due opere, denominate "Chiesa Solidale" siano autentico segno di misericordia e respirino all'unisono tra loro.
Il centro di Tortolì ha già avviato da sei mesi la Mensa solidale per i poveri. Ogni giorno sono una cinquantina i pasti offerti ai bisognosi. La straordinaria esperienza pluriennale della Associazione "Casa Solidale" è confluita all'interno della Caritas Diocesana portando in dote, oltre ad un folto gruppo di volontari, anche esperienza ed entusiasmo. L'aver condiviso sin da subito la missione della Caritas con le sue finalità e il suo stile ha facilitato questa fase di passaggio. A Tortolì è anche già operativo il servizio degli indumenti due giorni la settimana, il martedì e il giovedì. Si chiede alle persone che intendono conferire abiti usati di portarli, previo appuntamento telefonico, solo dopo averli lavati e stirati. Troveranno i volontari pronti ad accoglierli e ringraziarli.
La Caritas diocesana, grazie all'opera di qualificati volontari, si è inserita anche all'interno del progetto avviato dalla Conferenza Episcopale Italiana denominata "Prestito della Speranza". Con questa iniziativa si intende sostenere l'accesso al credito a condizione agevolate, a persone e microimprese in condizioni di vulnerabilità economica. Nel garantire il Prestito, la CEI intende perseguire l'inclusione sociale e lavorativa della persona, facendo leva sulla responsabilità personale e sulla libera iniziativa, in grado di favorire una ripresa economica e la creazione di lavoro. E' stato avviato anche in Diocesi, sempre all'interno della Caritas, il servizio del micro credito.
E' in una fase di avvio in tutte le due sedi il Centro di Ascolto che sarà il luogo privilegiato (perché consegnato dalla tradizione e confermato dall'esperienza) in cui si intessono relazioni con i poveri, maestri e pulpito del parlare e dell'agire di ogni Caritas. Il Centro di ascolto fa dell'ASCOLTO il suo MODO PROPRIO di SERVIZIO. Il suo "fare" prevalente sarà l'ascolto, cuore della relazione di aiuto, dove chi ascolta e chi è ascoltato, sono coinvolti, con ruoli diversi, in un progetto che, ricercando le soluzioni più adeguate, punta a un processo di liberazione della persona dal bisogno.
Si sta formando anche un'equipe che seguirà da vicino e con competenza le dichiarazioni di disponibilità, provenienti da diverse famiglie, di accoglienza dei profughi e richiedenti asilo.
Un passo dopo l'altro ci si rende conto di essere inseriti all'interno di una grande storia, quella della Caritas Italiana, iniziata nel 1971 e che nel suo Statuto ricorda di essere stata istituita per promuovere la testimonianza della carità della comunità ecclesiale, con particolare attenzione agli ultimi e con una prevalente funzione pedagogica e che i destinatari sono prima di tutto i poveri, la comunità e il territorio.
Per questo e per tutti i servizi che si attiveranno, lanciamo un appello alla generosità delle persone per donare tempo, energie, risorse, competenze, professionalità, alimenti, attrezzatture. Possiamo anche essere poveri di tutto ma potremo sempre ancora donare simpatia, amicizia, preghiere e un sorriso… come quello della piccola Serena.
Giorgio Piero Cabras
Il Beato Pier Giorgio Frassati si recava a visitare i lebbrosi, all'Ospedale di San Lazzaro. Un giorno trovò un ragazzo di vent'anni col volto deturpato dalla lebbra. Rimase colpito a vedere il povero giovane già totalmente sconfitto dal male. Ad un amico che lo accompagnava disse: "Vedi che enorme valore ha l'essere in salute, come lo siamo noi. Le deformazioni di quel giovane scompariranno quando raggiungerà il Paradiso. Perciò la nostra salute deve essere messa al servizio di chi non ne ha, perché altrimenti si tradirebbe il dono stesso di Dio e la sua benevolenza".
Sono una pensionata e una volontaria Caritas. Forse il mio tempo dedicato a chi vive in difficoltà non è molto, ma mi sento di dire che viene impiegato con buona volontà e umiltà. Questo poco tempo però, sommato a quello di altri, fa sì che tutti i giorni si possa preparare un buon pranzo per chi ne ha bisogno e si possa creare un clima il più possibile familiare, dove ciascuno è accolto per quello che è. La cucina della Mensa è dotata di ogni attrezzatura, e per la mia non più verde età preferisco pulire, tagliare e tritare usando il vecchio coltello o la mezzaluna. Allora con buona volontà cerco di accontentare un po' tutti. In fondo siamo lì per loro!
Il mio volontariato in Caritas è iniziato qualche mese fa.Da qualche anno mi rendevo conto che avevo del tempo libero da dedicare agli altri.. A me pare che oggi, più che mai, il tempo di vita debba farsi tempo di carità affinché ciascuno di noi riesca a progettarsi fuori da quel labirinto di disumanità che è facile costruirsi attorno. Dedicandoci agli altri, impariamo ad ascoltarci. C'è in me la volontà di ricercare il tempo dell'anima e le sue dimensioni di vita. Il dedicare un po' del proprio tempo agli altri costituisce la traduzione all'esterno del sentire e del condividere. L'avvicinarsi agli altri diviene occasione di fare esperienze, diviene gesto, propone la condivisione. Il mio volontariato trova stimolo e forza dalla mia fede.
I poveri costituiscono il "pulpito" della Caritas. Se non li incontrasse e non li servisse essa non potrebbe svolgere il proprio compito pastorale.
La natura stessa dell'organismo pastorale Caritas è quella di "promuovere anche in collaborazione con altri organismi, la testimonianza della carità della comunità ecclesiale italiana"
La Caritas si fa carico, in termini educativi, anche di altri destinatari: la comunità ecclesiale e il mondo, inteso anche come territorio, con i suoi abitanti, le Istituzioni, i servizi, le diverse realtà sociali.
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